Visualizzazione post con etichetta scontri a Piazza Navona. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta scontri a Piazza Navona. Mostra tutti i post

lunedì 3 novembre 2008

Aspirazioni e cospirazioni

Pubblichiamo la testimonianza di Elena, professoressa precaria di tedesco. Elena (il cognome ci è noto) era in piazza Navona la mattina degli scontri e ha assistito all'intero svolgimento della contestata vicenda.

Sono arrivata a Piazza Navona verso le 10.00. La zona era presieduta da numerosa polizia e altrettanto numerosi carabinieri, Corso Rinascimento era inaccessibile.

La piazza era piena di ragazzini intorno ai 15 anni. Moltissimi erano pigiati nella stradina della Corsia Agonale che sta proprio davanti a Palazzo Madama. Sembrava di essere su un autobus all'ora di punta.

Mi sono messa tra una panchina di marmo e un lampione, guardando il Senato; davanti a me, di lato a sinistra, il camion dei Cobas, che erano lì come annunciato.

Non mi piaceva l'atmosfera, gli slogan che sentivo erano privi della freschezza delle ultime manifestazioni.

Alla mia destra vedevo un camioncino bianco che cercava di arrivare proprio alla fine di Corsia Agonale. Sul tetto del camioncino bianco c'erano ragazzi più grandi. Non studenti medi, alcuni sui trenta. Avevano il microfono e molti di loro videocamere. Ricordo perfettamente una biondina, giovanissima, che filmava tutto. Voci rauche e dure. Occhiali a specchio.

Dall'altro camion qualcuno improvvisamente ha urlato che stavano caricando. Ho pensato: "La polizia" e ho cercato di calmare le ragazzine che erano intorno a me, dicendo loro di non mettersi a correre, che si sarebbero fatte male. Non mi hanno (giustamente) dato retta e mi hanno scaraventato, cadendomi addosso e in parte calpestandomi, sulla panchina.

Liberata dai corpi che mi stavano addosso, mi sono alzata e li ho visti schizzare intorno a me: ragazzi con il viso coperto e scoperto che con cinghie e fibbie di ferro picchiavano chiunque capitasse loro a tiro. Alcuni di loro usavano i caschi. Ho visto un ragazzo a terra preso a pugni e calci da un gruppo. L'ho visto riuscire ad alzarsi e scappare con il sangue che gli colava dal viso, mentre continuavano a prenderlo a cinghiate. Tremavo come una foglia. Ho iniziato a urlare di smetterla. Vicino a me un'altra signora, mia coetanea, chiedeva chi fossero quei picchiatori.
Ho urlato: "Ma dov'è la polizia? Stanno picchiando dei bambini!!".

Dopo è tornata una calma strana. Me ne sarei voluta andare, ma vedendo solo sparuti adulti in quella piazza di adolescenti, non me la sentivo: se dal camioncino bianco avessero attaccato di nuovo, almeno un paio di adulti avrebbero dovuto provare a fermarli.

Gli aggrediti, soprattutto le ragazzine, avrebbero voluto mandarli via. Ho cercato per quello che potevo di calmarle. Avevo paura, per loro e per me: i ragazzotti del camioncino ci avrebbero massacrati.

Così è trascorsa un'ora. Surreale. Dal camioncino bianco venivano slogan pesanti, volgari. Mi chiedevo: "Come è possibile che restino qui, che nessuno faccia nulla?"

Davanti a me un via-vai particolare: alcuni signori in giacca e cravatta, cinquantenni, uno dei quali con difficoltà di deambulazione e accompagnato da una signora elegante, in pantaloni, completo scuro, provenendo dalla sinistra della piazza, andavano dai ragazzi del camioncino e parlavano con loro. Il signore e la signora mi saranno passati davanti almeno tre volte. Poi ne sono arrivati una decina, in processione, vestiti sportivi, tra i quaranta e i cinquanta. Avevano walkie-talkie. Hanno parlato con i giovanotti del camioncino bianco e poi se ne sono andati.

"Ho visto quelli del camion bianco aggredire e picchiare i ragazzini"

Uno studente ferito soccorso da una prof


Dopo poco è arrivata un'autombulanza vuota, dalla destra della piazza, che si è messa dietro il camioncino bianco, che piano piano è partito e, superando il camion dei Cobas, se ne è andato, seguito da una trentina di ragazzi che urlavano. Dietro di loro l'autombulanza vuota.

Ho pensato: "Finalmente se ne vanno, scortati". Mi sono diretta verso Corso Vittorio Emanuele per tornare a casa e ho visto arrivare un corteo. In soccorso dei picchiati di prima, ho pensato. Ho urlato: "Quei violenti se ne sono andati!!". Ma poi da lontano ho visto che non erano stati mandati via del tutto. Erano stati solo spostati dall'altro lato della piazza.
Cosa è successo dopo è noto.

Mi chiedo:
- Come è stato possibile che in Piazza Navona, piena di ragazzini e ragazzine pacifiche, sia un camioncino pieno di bastoni e spranghe? Perché la polizia che pure aveva blindato la zona non ha controllato?

- Perché le forze dell'ordine non sono intervenute mentre degli adolescenti inermi venivano picchiati da energumeni con cinghie e caschi?

- Chi era il signore in giacca e cravatta con un evidente problema di deambulazione, accompagnato da signora in completo scuro, che più volte e per lungo tempo si è intrattenuto con i giovani del camioncino bianco?

- Chi erano gli altri signori, vestiti sempre con giacca e cravatta, che pure hanno conversato con loro?

- Chi erano i signori con i walkie-talkie?

- Perché è stata mandata un'autombulanza in piazza per scortare il camioncino bianco e i giovani che stavano nelle sue immediate vicinanze, ma alla fine non è stato fatto uscire del tutto?

(1 novembre 2008 da Repubblica.it)

giovedì 30 ottobre 2008

Giù la maschera...

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Parole sincere di Francesco Cossiga (Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita)

mercoledì 29 ottobre 2008

Tremate, Tremate...

Eccoci di nuovo al punto. Era successo e continua ad accadere. La solita disparità che la polizia usa nei confronti dei manifestanti di sinistra e quelli di destra è di nuovo protagonista a Piazza Navona. I fascistelli passano indisturbati (come a Genova, solo che ora non devono neppure vestirsi da Black Bloc!) con le mazze tricolori per creare tafferugli vari. Questa è una testimonianza di Curzio Maltese: "Ho visto cose che mi imbarazzano ... questo gruppo di non studenti, sono neonazisti, non so come chiamarli ... dopo avere picchiato per strada alcuni ragazzi sono arrivati qua, non voglio dire scortati, ma ignorati dalla polizia, hanno cominciato a picchiare studenti gridando "Duce, Duce"... Gli incidenti sono stati provocati ad arte ... la polizia ha sistematicamente usato, manganellato gli studenti senza armi e ignorato gli altri e alla fine qualcuno è stato fermato... La scena mi ha ricordato per certi versi i brutti momenti del G8 ... spero sia un errore dei funzionari chiamati a proteggere questo pezzo di città". Questa invece è la versione de Il Giornale di Mario Giordano (quello che ha cominciato nel salottino di Costanzo): A piazza Navona studenti di opposte fazioni si sono affrontati in una maxi rissa rissa scoppiata quando nella piazza sono arrivati alcuni giovani dei centri sociali. Poco dopo le 12, mentre i giovani di Blocco Studentesco (gruppo di estrema destra) stavano lasciando la piazza, un centinaio in tutto, alle loro spalle sono comparsi degli esponenti dei centri sociali: diverse centinaia, con i caschi in testa e il volto coperto. D'altra parte l'incomprensibile giornalista fu definito bicefalo per la sua contemporanea critica allo sfilacciamento della morale e al depauperamento dei valori (contenuta in Phamplet apparsi su varie testate come Il Giornale e Libero), ed al suo ampio uso di immagini femminili (specialmente donne poco vestite, nella versione estiva del suo tg) presenti nel suo telegiornale. Il giornalista infatti era noto perchè iniziava le riunioni con il motto "gnocca, gnocca,gnocca"(font.Wikipedia). C'è anche Mariani dei Verdi: Sembra un film già visto, eppure non è così. A differenza di quello che abbiamo drammaticamente vissuto negli anni Sessanta e Settanta, i gruppi di estrema destra stanno tentando di inserirsi in seno alle mobilitazioni alimentando un clima di confusione e tentando di ridurre un movimento irrappresentabile e nuovo alle vecchie dinamiche degli opposti estremisti. Bene hanno fatto il resto dei manifestanti a reagire uniti a queste provocazioni e bene faranno a continuare la mobilitazione in modo determinato. Non vorremmo - conclude Mariani - che ai tentativi andati a vuoto da parte del Governo nel criminalizzare un movimento pacifico e intelligente, si aggiunga la volontà di spaccarlo internamente con strategie pianificate che ben conosciamo. Abbiamo fiducia nella intelligenza degli studenti che sapranno rispedire al mittente le provocazioni. Rifondazione Comunista denuncia l’infiltrazione fascista nel corteo degli studenti a piazza Navona. La polizia consente a un gruppo di cinquanta fascisti armati di spranghe, catene, bottiglie, caschi e cinghie, di infiltrarsi nel presidio democratico degli studenti in movimento a piazza Navona e massacrare per oltre un’ora, indisturbati, studenti e studentesse di quindici e sedici anni. La polizia è intervenuta solo quando un gruppo di militanti di sinistra è giustamente intervenuto a difendere gli studenti democratici. Il risultato è che molti studenti e studentesse sono finiti all’ospedale e molti feriti si registrano anche tra coloro che sono intervenuti in soccorso dei più giovani, tra cui molti militanti del PRC uno dei quali è al momento in stato di arresto solo per aver cercato di garantire l’agibilità democratica della piazza. E’ evidente il tentativo del Governo di creare cao s nel movimento che per tutta risposta si è ricompattato bloccando la città di Roma e riunendosi in assemblea alla Sapienza. Questo evento mette un punto definitivo sulle polemiche suscitate dai media di regime rispetto a un presunto fronte unitario tra attivisti di destra e di sinistra. Il movimento rivendica con forza la propria specificità democratica e antifascista. Stavolta però ci sono molti video e fotografie con i volti ben visibili, vediamo cosa gli succede.