venerdì 5 dicembre 2008

la Sirena e l'acqua alta

È mentre sto per prenderle la mano che il suo corpo sfuma, tagliato dalle sirene. Inizialmente non capisco poi, nel buio, guardo l’orologio sepolto dai libri, affianco al cuscino e leggo uno stupefacente 6,40 della mattina.
Dopo il primo allarme, una vera e propria sirena da evacuazione, seguono dei segnali acustici ad intervalli di 4 secondi uno dall’altro, e ad ognuno conto … 110 … 120 … 130 … 140. Mi giro dall’altra parte e, masticando un’assonnata intenzione di uscire con gli stivali, mi riaddormento.
zzzzz…
La sirena risuona verso le 8,00 ma io sono ormai già pronto per uscire. Conto di nuovo i segnali acustici ed arrivo a 150. Ma il volantino che hanno distribuito per spiegare il funzionamento delle sirene non arrivava fino a 140? Non ho tempo per pensarci, sono già in ritardo per il lavoro. Mi infilo gli stivali da acqua alta (ovvero quelli dei pescatori) ed esco.
La prima parte è facile, l’acqua arriva sotto le ginocchia e gli stivali reggono e poi il tragitto casa ufficio è davvero poco.
Ma c’è anche scirocco in questa giornata. Lo scirocco soffia da fuori verso l'interno della laguna. È lui la vera causa di tutta quest’acqua. Verso le 9,00 gli altoparlanti delle sirene annunciano che si arriverà fino a 1,65mslm, ma questa volta lo dicono proprio a voce non suonano altri allarmi. 1,65mslm è un evento che accade di norma non più di una volta ogni 30’anni (e l’ultima fu proprio nel 1979). Questo renderà la giornata particolare.

Nella strada incontro una signora che rinuncia ad opporsi all’evento e anziché trascinare il passeggino lo fa direttamente galleggiare.
Un padre prende in braccio il figlio (5 anni forse) ma dimentica il cane, è un volpino e forse è incapace di nuotare perché cammina in apnea. Poi voltano tutti e tre l’angolo e non li vedo più; chissà se il cane è sopravvissuto.
Fa male vedere libri uscire da soli, galleggiando, da una libreria, sapendo che la loro carta è ormai irreversibilmente corrotta. Consola almeno vedere che sono D’Annunzio e Goldoni. Baudelaire e Murakami sono in salvo sugli scaffali più alti.
Un signore ritorna verso casa dalla spesa. Aveva legato una barchetta, con cui ora si muove nelle calli, agli appositi ganci per gli animali affianco alla porta del supermercato.
Mi dicono che c’è un tipo a piazza San Marco che fa sci d’acqua (in serata lo vedrò su internet). Che un signore in carrozzella è finalmente libero dai ponti invalicabili per le sue ruote, e avanza galleggiando e con un insolito sorriso. Che le merci del supermercato di Santa Margherita si sono allagate, ma che non hanno buttato niente, tanto le scadenze non son mica cambiate. Che una turista impavida e contenta nuota a piazza San Marco, forse più tardi avrà qualche linea di febbre e capirà di dover buttare gli abiti, perché l’acqua della laguna è affascinante ma non perdona.
Eppure le cose più curiose me le dice la tv la sera. Mi dice che è colpa del comune perché non era preparato (ma le sirene son suonate con più di 2 ore di anticipo sull’allagamento, ed in una città che con gli allagamenti convive per definizione, possibile che ai negozianti non sia venuto in mente di spostare le merci che erano in basso?). Mi dice che questa sarebbe stata la giornata del mose (eppure il progetto è vecchio di 30’anni e dunque si basa su livelli del mare oramai mutati, eppure chi ha iniziato a realizzarlo ha già fatto diversi errori di realizzazione che ne compromettono la funzionalità, eppure la marea è dipesa soprattutto dal forte vento di scirocco … possibile che fosse proprio la giornata del mose?).

Certo è che i danni alla fine, se si possono contare, sono anche limitati ed una giornata come questa lascia molti disagi, ma anche la consapevolezza di aver vissuto un evento che, per le modalità e i risultati, è unico nel mondo e solo a Venezia può accadere.

lunedì 3 novembre 2008

Aspirazioni e cospirazioni

Pubblichiamo la testimonianza di Elena, professoressa precaria di tedesco. Elena (il cognome ci è noto) era in piazza Navona la mattina degli scontri e ha assistito all'intero svolgimento della contestata vicenda.

Sono arrivata a Piazza Navona verso le 10.00. La zona era presieduta da numerosa polizia e altrettanto numerosi carabinieri, Corso Rinascimento era inaccessibile.

La piazza era piena di ragazzini intorno ai 15 anni. Moltissimi erano pigiati nella stradina della Corsia Agonale che sta proprio davanti a Palazzo Madama. Sembrava di essere su un autobus all'ora di punta.

Mi sono messa tra una panchina di marmo e un lampione, guardando il Senato; davanti a me, di lato a sinistra, il camion dei Cobas, che erano lì come annunciato.

Non mi piaceva l'atmosfera, gli slogan che sentivo erano privi della freschezza delle ultime manifestazioni.

Alla mia destra vedevo un camioncino bianco che cercava di arrivare proprio alla fine di Corsia Agonale. Sul tetto del camioncino bianco c'erano ragazzi più grandi. Non studenti medi, alcuni sui trenta. Avevano il microfono e molti di loro videocamere. Ricordo perfettamente una biondina, giovanissima, che filmava tutto. Voci rauche e dure. Occhiali a specchio.

Dall'altro camion qualcuno improvvisamente ha urlato che stavano caricando. Ho pensato: "La polizia" e ho cercato di calmare le ragazzine che erano intorno a me, dicendo loro di non mettersi a correre, che si sarebbero fatte male. Non mi hanno (giustamente) dato retta e mi hanno scaraventato, cadendomi addosso e in parte calpestandomi, sulla panchina.

Liberata dai corpi che mi stavano addosso, mi sono alzata e li ho visti schizzare intorno a me: ragazzi con il viso coperto e scoperto che con cinghie e fibbie di ferro picchiavano chiunque capitasse loro a tiro. Alcuni di loro usavano i caschi. Ho visto un ragazzo a terra preso a pugni e calci da un gruppo. L'ho visto riuscire ad alzarsi e scappare con il sangue che gli colava dal viso, mentre continuavano a prenderlo a cinghiate. Tremavo come una foglia. Ho iniziato a urlare di smetterla. Vicino a me un'altra signora, mia coetanea, chiedeva chi fossero quei picchiatori.
Ho urlato: "Ma dov'è la polizia? Stanno picchiando dei bambini!!".

Dopo è tornata una calma strana. Me ne sarei voluta andare, ma vedendo solo sparuti adulti in quella piazza di adolescenti, non me la sentivo: se dal camioncino bianco avessero attaccato di nuovo, almeno un paio di adulti avrebbero dovuto provare a fermarli.

Gli aggrediti, soprattutto le ragazzine, avrebbero voluto mandarli via. Ho cercato per quello che potevo di calmarle. Avevo paura, per loro e per me: i ragazzotti del camioncino ci avrebbero massacrati.

Così è trascorsa un'ora. Surreale. Dal camioncino bianco venivano slogan pesanti, volgari. Mi chiedevo: "Come è possibile che restino qui, che nessuno faccia nulla?"

Davanti a me un via-vai particolare: alcuni signori in giacca e cravatta, cinquantenni, uno dei quali con difficoltà di deambulazione e accompagnato da una signora elegante, in pantaloni, completo scuro, provenendo dalla sinistra della piazza, andavano dai ragazzi del camioncino e parlavano con loro. Il signore e la signora mi saranno passati davanti almeno tre volte. Poi ne sono arrivati una decina, in processione, vestiti sportivi, tra i quaranta e i cinquanta. Avevano walkie-talkie. Hanno parlato con i giovanotti del camioncino bianco e poi se ne sono andati.

"Ho visto quelli del camion bianco aggredire e picchiare i ragazzini"

Uno studente ferito soccorso da una prof


Dopo poco è arrivata un'autombulanza vuota, dalla destra della piazza, che si è messa dietro il camioncino bianco, che piano piano è partito e, superando il camion dei Cobas, se ne è andato, seguito da una trentina di ragazzi che urlavano. Dietro di loro l'autombulanza vuota.

Ho pensato: "Finalmente se ne vanno, scortati". Mi sono diretta verso Corso Vittorio Emanuele per tornare a casa e ho visto arrivare un corteo. In soccorso dei picchiati di prima, ho pensato. Ho urlato: "Quei violenti se ne sono andati!!". Ma poi da lontano ho visto che non erano stati mandati via del tutto. Erano stati solo spostati dall'altro lato della piazza.
Cosa è successo dopo è noto.

Mi chiedo:
- Come è stato possibile che in Piazza Navona, piena di ragazzini e ragazzine pacifiche, sia un camioncino pieno di bastoni e spranghe? Perché la polizia che pure aveva blindato la zona non ha controllato?

- Perché le forze dell'ordine non sono intervenute mentre degli adolescenti inermi venivano picchiati da energumeni con cinghie e caschi?

- Chi era il signore in giacca e cravatta con un evidente problema di deambulazione, accompagnato da signora in completo scuro, che più volte e per lungo tempo si è intrattenuto con i giovani del camioncino bianco?

- Chi erano gli altri signori, vestiti sempre con giacca e cravatta, che pure hanno conversato con loro?

- Chi erano i signori con i walkie-talkie?

- Perché è stata mandata un'autombulanza in piazza per scortare il camioncino bianco e i giovani che stavano nelle sue immediate vicinanze, ma alla fine non è stato fatto uscire del tutto?

(1 novembre 2008 da Repubblica.it)

giovedì 30 ottobre 2008

Giù la maschera...

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Parole sincere di Francesco Cossiga (Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita)

mercoledì 29 ottobre 2008

Tremate, Tremate...

Eccoci di nuovo al punto. Era successo e continua ad accadere. La solita disparità che la polizia usa nei confronti dei manifestanti di sinistra e quelli di destra è di nuovo protagonista a Piazza Navona. I fascistelli passano indisturbati (come a Genova, solo che ora non devono neppure vestirsi da Black Bloc!) con le mazze tricolori per creare tafferugli vari. Questa è una testimonianza di Curzio Maltese: "Ho visto cose che mi imbarazzano ... questo gruppo di non studenti, sono neonazisti, non so come chiamarli ... dopo avere picchiato per strada alcuni ragazzi sono arrivati qua, non voglio dire scortati, ma ignorati dalla polizia, hanno cominciato a picchiare studenti gridando "Duce, Duce"... Gli incidenti sono stati provocati ad arte ... la polizia ha sistematicamente usato, manganellato gli studenti senza armi e ignorato gli altri e alla fine qualcuno è stato fermato... La scena mi ha ricordato per certi versi i brutti momenti del G8 ... spero sia un errore dei funzionari chiamati a proteggere questo pezzo di città". Questa invece è la versione de Il Giornale di Mario Giordano (quello che ha cominciato nel salottino di Costanzo): A piazza Navona studenti di opposte fazioni si sono affrontati in una maxi rissa rissa scoppiata quando nella piazza sono arrivati alcuni giovani dei centri sociali. Poco dopo le 12, mentre i giovani di Blocco Studentesco (gruppo di estrema destra) stavano lasciando la piazza, un centinaio in tutto, alle loro spalle sono comparsi degli esponenti dei centri sociali: diverse centinaia, con i caschi in testa e il volto coperto. D'altra parte l'incomprensibile giornalista fu definito bicefalo per la sua contemporanea critica allo sfilacciamento della morale e al depauperamento dei valori (contenuta in Phamplet apparsi su varie testate come Il Giornale e Libero), ed al suo ampio uso di immagini femminili (specialmente donne poco vestite, nella versione estiva del suo tg) presenti nel suo telegiornale. Il giornalista infatti era noto perchè iniziava le riunioni con il motto "gnocca, gnocca,gnocca"(font.Wikipedia). C'è anche Mariani dei Verdi: Sembra un film già visto, eppure non è così. A differenza di quello che abbiamo drammaticamente vissuto negli anni Sessanta e Settanta, i gruppi di estrema destra stanno tentando di inserirsi in seno alle mobilitazioni alimentando un clima di confusione e tentando di ridurre un movimento irrappresentabile e nuovo alle vecchie dinamiche degli opposti estremisti. Bene hanno fatto il resto dei manifestanti a reagire uniti a queste provocazioni e bene faranno a continuare la mobilitazione in modo determinato. Non vorremmo - conclude Mariani - che ai tentativi andati a vuoto da parte del Governo nel criminalizzare un movimento pacifico e intelligente, si aggiunga la volontà di spaccarlo internamente con strategie pianificate che ben conosciamo. Abbiamo fiducia nella intelligenza degli studenti che sapranno rispedire al mittente le provocazioni. Rifondazione Comunista denuncia l’infiltrazione fascista nel corteo degli studenti a piazza Navona. La polizia consente a un gruppo di cinquanta fascisti armati di spranghe, catene, bottiglie, caschi e cinghie, di infiltrarsi nel presidio democratico degli studenti in movimento a piazza Navona e massacrare per oltre un’ora, indisturbati, studenti e studentesse di quindici e sedici anni. La polizia è intervenuta solo quando un gruppo di militanti di sinistra è giustamente intervenuto a difendere gli studenti democratici. Il risultato è che molti studenti e studentesse sono finiti all’ospedale e molti feriti si registrano anche tra coloro che sono intervenuti in soccorso dei più giovani, tra cui molti militanti del PRC uno dei quali è al momento in stato di arresto solo per aver cercato di garantire l’agibilità democratica della piazza. E’ evidente il tentativo del Governo di creare cao s nel movimento che per tutta risposta si è ricompattato bloccando la città di Roma e riunendosi in assemblea alla Sapienza. Questo evento mette un punto definitivo sulle polemiche suscitate dai media di regime rispetto a un presunto fronte unitario tra attivisti di destra e di sinistra. Il movimento rivendica con forza la propria specificità democratica e antifascista. Stavolta però ci sono molti video e fotografie con i volti ben visibili, vediamo cosa gli succede.

mercoledì 15 ottobre 2008

Logo Land


Direi che si può cominciare con una bella recensione. L'argomento in questione è un libro praticamente sconosciuto, preso mentre attendevo il mio turno alla posta a causa di una fila chilometrica. La sua veste grafica è così brutta che gli ha azzerato le vendite, si chiama: Logo Land ma il titolo originale è: Jennifer Government! E' stato definito il primo thriller no global e la stessa Naomi Klein aveva esortato i lettori ad acquistarlo prima che fosse ritirato dal commercio, tale era il suo contenuto esplosivo. L'autore è un certo Max Barry, un tipo australiano di trentasei anni che scribacchia in maniera chiara e che ha capito "molte" cose della vita. Trama in breve: In un mondo non lontano lontano le multinazionali dominano (yawn...) il mercato prive di regole etiche. Gli Usa hanno colonizzato il mondo e la Nike si appresta a lanciare la più grande e cinica campagna di marketing della storia: uccidere i propri clienti per garantire al nuovo modello di scarpe Mercury la massima copertura mediatica. Naturalmente ci sono i cattivi ma anche i buoni. Tra questi spicca l'agente Jennifer Government (si chiama in questo modo ridicolo poichè in questo futuro sociale ogni lavoratore avrà per cognome il nome dell'azienda per la quale lavora!) un personaggio dalle numerose sfumature che cercherà in tutti i modi di incastrare il colpevole della strage. Storia trita e ritrita, specie per chi mastica fantascienza. Le spietate Zaibatsu, divenute celebri con Gibson qui hanno nomi (anzi:cognomi!) reali e si sente di più lo spaccato sociale moderno, tuttavia manca la mistica e la visione dei pionieri (Dick, Bradbury, Gibson, Ellison, Ballard, Sterling!) che scrivevano queste storie fissando attentamente la palla di vetro nella loro testa. Ad ogni modo il libro funziona bene, tanto che Sodeberg e Clooney hanno acquistato i diritti per farne un film. Barry, che ha capito il meccanismo della poliedricità oltre che della fantascienza sociale, ha trasformato il suo libro in Nation States, un gioco online che vi metterà a capo di uno Stato (potrete decidere nome, bandiera, moneta!) e vi farà scegliere la linea di governo (libertari o autoritari, economia si stato o privata?). Ogni giorno il gioco vi proporrà un tema e sarete chiamati a scegliere. La vostra posizione a riguardo verrà adottata ufficialmente dal governo e in base al sommarsi di tutte le vostre decisioni lo Stato evolverà di conseguenza.Si può decidere la fisionomia e l'andamento sociale, politico, economico, giudiziario del vostro Stato nei dettagli. Il gioco e il forum sono in lingua madre (ovviamente: l'inglese!) ma attorno c'è grande interesse e tante sono le discussioni circa le gestioni e le strategie da adottare. Interessante, ma rimpiango i gloriosi tempi di Syndicate Wars!